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Sezione italiana



ATO-Italia  --  Guida ai termini tipografici			v0.1


Questo documento contiene alcune note addizionali relative alla
traduzione di termini prettamente tipografici (ambienti di DTP).
Precisazioni, integrazioni e aggiunte sono le benvenute.


"Character" = "Carattere"

	E' il singolo carattere, come "A", "B", in quanto tale. In
	ambito informatico, e' spesso identificato da un codice (ASCII
	o altro); in ambiente Postscript viene rintracciato attraverso
	un "encoding vector" (vettore di codifica) che puo' variare
	nelle diverse fonti (vd).


"Glyph" = "Glifo"

	E' il disegno del carattere, ovvero una serie di linee e curve
	che ne definisce la forma. Fonti diverse hanno glifi diversi
	per gli stessi caratteri: e' questo che conferisce loro un
	"look" distintivo. In passato, il singolo blocchetto di piombo
	recante l'immagine di un carattere era chiamato "glifo".


"Size" = "Corpo"

	E' la dimensione dei caratteri, usualmente espressa in punti.
	Un punto tipografico (pt) equivale a 1/72 di pollice; come si
	potra' notare, si tratta di un'unita' di misura tipicamente
	anglosassone. La tradizione italiana (e francese) usa unita'
	leggermente diverse, come il punto pica e il didot. 
	Su Amiga, molti programmi non espressamente dedicati al DTP
	usano la metrica di sistema, che descrive la dimensione delle
	fonti in termini di pixel. La conversione deve tener conto
	della risoluzione del dispositivo di uscita (dot per inch) e
	delle proporzioni (dpi-X / dpi-Y).


"Font" = "Fonte"
	E' una raccolta di caratteri in un dato stile, che condividono
	un "look" omogeneo, ad esempio: Times Bold-Italic.
	Fonti diverse possono contenere caratteri diversi: ad esempio,
	la fonte Adobe Symbol contiene simboli matematici e lettere
	greche, mentre molti altri contengono le usuali lettere
	maiuscole e minuscole, i numeri, la punteggiatura, gli accenti
	e le accentate ecc.
	Su Amiga e su altri sistemi, "font" viene usato spesso per 
	indicare la famiglia (vd), specificando separatamente lo stile.
	In questi casi, e' preferibile mantenere l'uniformita' (e
	l'errore) traducendo comunque "fonte".


"Type" = "Tipo"

	Un tipo e' composto dalla specifica di una fonte e di un
	corpo, ad esempio "Times Roman 8". Per i vecchi tipografi, (quando
	si usavano i caratteri in piombo), il tipo era l'insieme dei
	blocchetti di piombo che recavano incisi i caratteri della
	fonte e nel corpo indicati. A volte il nome passava ad
	indicare l'intera cassetta in legno che conteneva tali
	caratteri.


"Family" = "Famiglia"
	
	Una famiglia e' un insieme di fonti che condividono lo stesso
	disegno di base, nei vari stili. Ad esempio, Times Roman,
	Times Bold, Times Italic e Times Bold-Italic costituiscono una
	famiglia. Con l'avvento della fotocomposizione, e' diventato
	possibile applicare algoritmicamente gli stili piu' comuni ad
	una fonte (su Amiga: Soft Style, ovvero grassetto, corsivo,
	sottolineato), e i concetti di famiglia e fonte hanno
	cominciato a fondersi. Tuttavia, le fonti di alta qualita'
	(ad esempio quelle Adobe, Compugraphic o Linotype-Hell)
	forniscono sempre fonti diverse per i vari stili; i risultati
	sono di gran lunga migliori. Basta confrontare un Times
	"corsivizzato" (ovvero, semplicemente inclinato) con un Times
	Italic: il disegno e' completamente diverso.
	Alcune famiglie moderne contano dozzine di stili (ad esempio
	Helvetica, che va da Helvetica UltraThin a Helvetica Black).
	Fra gli sviluppi piu' recenti, vanno considerate le fonti
	"multiple master" di Adobe, di cui e' possibile variare
	elettronicamente il peso (= quanto "nero" e' un carattere)
	ottenendo buoni risultati.


"Serif" = "Graziati"

	Termine generico per riferirsi alle fonti i cui tratti
	orizzontali terminano in piccoli elementi decorativi piu' o meno
	trasversali ("serif" = "grazie"); esponenti tipici sono il
	Times, il Palatino, il Bodoni.


"Sans Serif" = "Bastoni"

	Termine generico per riferirsi alle fonti i cui tratti
	orizzontali terminano in modo netto, senza ornamenti.
	Un esponente tipico e' l'Helvetica.


"Baseline" = "Linea di base"
	
	E' la linea immaginaria sulla quale "poggiano" i caratteri.
	Generalmente, la base degli occhielli (come in "p") e dei
	bastoni (come in "m") giace sulla linea di base.

	
"Leading" = "Interlinea"

	E' lo spazio, usualmente misurato in punti (pt) o in righe (12
	pt) fra la linea di base (baseline) di una riga e quella della
	successiva.


"ex" = "ex"

	E' l'altezza della "x" minuscola di una fonte. Ovviamente,
	dipende dal corpo, ed e' usata per indicare grandezze che
	devono variare in proporzione alla dimensione della fonte
	corrente. Usualmente, tutte le lettere minuscole prive di
	ascendenti e discendenti ("a","c","e","i"...) sono alte un ex.


"em" = "em"
"em-dash" = "trattino lungo"
"em-space" = "spazio grosso"

	E' la larghezza della "m" minuscola, spesso (ma non sempre)
	equivale alla massima larghezza dei caratteri di una fonte. 
	In alcuni casi, la "w" e' piu' larga di un em. Vedi "ex".
	Viene anche usata per indicare la larghezza di un trattino di
	interpunzione, come "Il furto d'amore sara' punito - disse -
	dall'ordine costituito". Spesso, l'"em-dash" (trattino di
	interpunzione") e' piu' largo di un em. In ASCII, si usa
	indicare tale carattere con "--".
	L'"em-space" ("spazio grosso") e' appunto uno spazio largo un
	em, e viene usato come rientro di capoverso in colonne di
	testo "strette".


"en" = "en"
"en-dash" = "trattino"
"en-space" = "spazio medio"

	E' la larghezza della "n" minuscola, e spesso equivale alla
	dimensione ideale dello spazio fra le parole ("inter-word
	space", "en-space" = "spazio medio"). Quest'ultimo, pero', puo' 
	variare grandemente in base alle esigenze di giustificazione. 
	E' anche la dimensione standard per il trattino che indica 
	intervalli ("en-dash"), come in "punibile con 2-4 anni di 
	detenzione".


"thin space" = "spazio fino"

	E' uno spazio largo 1/2 en, usato fra i caratteri di una
	parola spaziata: in ASCII, s p a z i a t a.


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©1996 Vincenzo Gervasi